Cacciari: «Cittadini noiosi. Rompiscatole incapaci di arrangiarsi»
La
strategia di Massimo Cacciari è in progressione continua. L’associazione o
meglio, il movimento politico ‘Verso Nord’, ne è il cardine costitutivo
portante. Altrimenti perché stilare in un manifesto di 10 punti “un’agenda di
priorità, alta ed ambiziosa” dove bene in vista vi si legge “serve, il prima
possibile, una nuova offerta politica”? In questo senso trova una sua logica anche l'ultima intervista rilasciata al Corriere della Sera in cui definisce i cittadini "Noiosi rompiscatole incapaci di arrangiarsi". Forse troverà cittadini meno rompiscatole a Milano, dove ha deciso di appoggiare il Fli 'sdramatizzando' questa sua decisione come una 'circostanza' limitata al solo capoluogo lombardo? Ma la domanda cruciale resta. Per Massimo Cacciari è forse un gioco passare da uno schieramento di centrosinistra ad uno di centrodestra? Forse crede che l'essere definito 'il filosofo' gli permetta di giostrare a suo piacimento nella politica che ora, più che mai, ha bisogno di certezze e affidabilità? Caro Cacciari, le scelte politiche umorali non sono mai ben viste dagli elettori, e un politico di esperienza dovrebbe comprendere come queste possono influire negativamente su tutta la politica italiana. Un clone di Berlusconi non ci serve. E c'è poco da declinare un manifesto di intenti da chi, nella politica nazionale, non è certo visto come una novità.
«Cittadini
noiosi. Rompiscatole incapaci di arrangiarsi»
- L'Intervista di Fabrizio Roncone:
Cacciari: «Impediscono di pensare ai grandi
progetti» (I cittadini)
E’stato politicamente
scorretto.
«Io li detesto quelli
politicamente corretti».
Comunque ci è andato
giù duro.
«Mah...».
Insomma, Cacciari: a Radio24 ha detto che i cittadini, certe
volte, «rompono le palle». Lei è stato sindaco di Venezia per 12 anni e...
«E allora? Non è forse vero?
Guardi, mi creda: i cittadini hanno spesso delle pretese assurde... si sì,
rompono proprio il caz…»
Il filosofo non si affida alla
retorica, parla diretto prima ai microfoni e anche adesso, non smussa non
attenua, sempre cortese e però fermo, professore universitario allergico al
politichese e, se possibile mai banale (come del resto dimostra la sua
biografia: laurea a Padova in Estetica con una tesi su Immanuel Kant, Toni
Negri docente di riferimento e molti cortei con Potere operaio; poi il Pci, di
cui diventa deputato e poi ancora gli anni da primo cittadino, che s’avvicina
alla Margherita per essere tra i fondatori del Pd, da cui però è già in lento e
disilluso distacco. Fama da seduttore, snob quanto basta, raccontò: «a casa ho
ventimila libri, un letto e un mini frigo. La cucina non c’è, perché non mi
sono preparato da mangiare una sola volta, in vita mia».
Adesso si riprende i
titoli dei giornali (concluse il suo mandato da sindaco nell’aprile del 2010).
«Ripeto: non si ha la più pallida
idea di cosa significhi, ogni santa mattina, avere la cosiddetta società civile
che ti invade il Comune, gli uffici, che ti sommerge la scrivania con questo o
quel problema…».
Li elenca, prende
fiato, ha un tono tra il sarcastico e il disilluso.
«Arriva quello che non vuole le
prostitute nel vialetto, quell’altro invece si lamenta perché sotto casa c'è un
bar dove fanno rumore la sera... ma poi compare quello che ce l'ha con i
mendicanti, con i venditori ambulanti... e alla fine magari bussa ed entra uno
che si lamenta perché davanti al suo portone la stradina è dissestata e,
accidenti! E una vergogna assoluta...».
Così, spiega
Cacciari, il tempo operativo di un sindaco viene in parte assorbito da piccole
questioni quotidiane
«no, scusi, non in parte...se ne
va per una buona parte» - e allora poi un primo cittadino «non può dedicarsi
come dovrebbe alle cose grandi, importanti, ai progetti che richiederebbero
impegno, dedizione, e che davvero finirebbero per qualificare una città, per
migliorarne la vita».
Ragionamento crudo,
netto: e i problemi piccoli dei piccoli cittadini?
«Sa qual è il vero guaio? E’ il
malessere complessivo del Paese: la gente è in perenne disagio, è stanca,
esausta, isterica, nervosa e perciò non riesce più a distinguere ciò che nella
vita di una città è una sciocchezza, e ciò che invece è importante e grave.
Così, alla fine, avanza un esercito di incapaci...».
Beh, incapaci...
«Mi faccia finire, la prego: sono
cittadini incapaci di arrangiarsi su qualsiasi vicenda umana e terrena...
figure tragiche e pietose che io da sindaco, e tanti altri sindaci come me,
sentiamo fino alla noia e poi, appunto, annoiati, stravolti, decidiamo e
diciamo: va bene, d'accordo… cosa volete? Volete una bella ordinanza? Eccola
qui, eccovi la vostra bella ordinanza».
Lei è severo
«Sì ecco, infatti: non mi faccia
continuare, perché tanto lo so, me ne rendo conto, sto dicendo cose sgradevoli»
Una volta disse: «Io
sono postumo». Poi gentilmente spiegò:
«Comunque non è una frase mia. E’
di Nietzsche che la mise in bocca al suo superuomo»
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Massimo Cacciari, non credi sia meglio lasciare ai grandi filosofi e esistenzialisti del passato le teorie sul superuomo, (di cui ovviamente non sei l'unico depositario) e dedicarsi maggiormente ai 'piccoli problemi' dei cittadini? Non è forse questa la politica richiesta dalla società? La politica non incontra la filosofia incidentalmente e viceversa, ma le speculazioni e le utopie associative in odore di filosofia, per quanto colta possa essere, non risolveranno mai i veri problemi sociali. Soltanto una politica seria saprà farlo. A meno che, la politica nel suo senso più alto, non ti sia venuta a noia. E per una volta, senza finzioni, prova a cucinarti un piatto di pasta. Potresti trovarti di fronte un 'piccolo problema' di semplice sopravvivenza.
Probabilmente, Nietzsche, Kant, Engels o Kierkegaard, l'avrebbero apprezzato.